Una tematica attuale quella della migrazione, che questa mattina è stata approfondita nel corso di un'assemblea studentesca organizzata presso l'istituto superiore Greppi di Monticello. Un'iniziativa a cura degli alunni impegnati nei laboratori del CIC e dai rappresentanti di Istituto.
Diversi i relatori che hanno offerto il proprio punto di vista su un argomento vasto, cercando di fornire una serie di spunti di riflessione ai ragazzi che hanno ''riempito'' l'aula magna: Padre Angelo Cupini, tra i fondatori del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) e responsabile della comunità Via Gaggio di Lecco, associazione di volontariato onlus che dal 1975 opera a supporto dei giovani in condizioni di disagio, il dottor Domenico Nera, sostituto commissario della Digos di Lecco e la dottoressa Sonia Pozzi, membro della fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) attiva dal 1991, per iniziativa della Fondazione Opere sociali della Cariplo, nella promozione di studi e ricerche sulla trasformazione multietnica e multiculturale della società.
Padre Angelo ha presentato l'esperienza della Casa sul pozzo in corso Bergamo a Lecco che oggi ospita circa 120 ragazzi: un luogo dove adolescenti e giovani imparano a convivere senza considerarsi stranieri l'uno con l'altro e dove, come è stato detto nel video proiettato in sala, è possibile "vivificarci e fermentarci a vicenda, anche senza parlare di evangelizzazione o conversione".
"Se non ci si prende cura tutti insieme della vita della gente, il territorio deperisce e diventa una landa selvatica" ha affermato il religioso riassumendo tre dinamiche in relazione tra loro: la storia personale di ciascuno, le relazioni con il prossimo e il modo in cui si sta muovendo il mondo. "Oggi pensiamo che gli stranieri sono quelli che arrivano qui, ma anche noi siamo stranieri a loro. Stiamo vivendo un faccia a faccia con persone che hanno bisogno di incontrarsi e di vedere l'uomo che c'è in noi. Dobbiamo ricostruire insieme il tessuto fondamentale e le parole che servono per la vita: per questo occorre un dialogo costante con ciascuno" ha
concluso Padre Cupini.
Sonia Pozzi, dopo aver presentato una serie di definizioni (profugo, rifugiato, richiedente asilo, permesso di soggiorno, carta di soggiorno CE per lungo soggiornanti), ha invece sviscerato l'argomento da un punto di vista statistico. ''Se nell'immaginario collettivo l'immigrazione appare in aumento drammatico, fatta da uomini provenienti dal Nord Africa e di religione musulmani, la realtà è ben diversa. L'immigrazione è più o meno stazionaria, la ragione della permanenza è dovuta a lavoro e famiglia. Si tratta sia di donne che uomini, molti dei quali di religione cristiana, provenienti soprattutto dall'Est e dall'Europa".
La dottoressa Pozzi ha mostrato poi alcuni grafici sulla situazione dei migranti in Italia. Alla fine dello scorso anno, lungo lo Stivale, se ne contavano 5 milioni 819 mila, di cui circa 400 mila irregolari stimati (una percentuale che comunque non supera il 7% del totale).
La nazionalità più rappresentata è quella rumena. Seguono poi cittadini provenienti da Albania, Marocco, Cina, Ucraina, Filippine, India, Moldavia, Bangladesh e Perù.
La Lombardia è la regione che ha il massimo numero di stranieri: spiccano in questa classifica le province di Milano, Bergamo e Brescia. Entrando nel dettaglio della nostra realtà locale, a Monza e Brianza ci sono circa 83mila stranieri, mentre a Lecco ci si ferma a quota 30mila, con una presenza che in 14 anni è triplicata.
Le attuali tendenze mostrano una crescita dei flussi migratori non esponenziale, una significativa diminuzione degli ingressi per motivi di lavoro, il consolidamento dei nuclei familiari e dei progetti di stanzialità, la rilevante presenza di cittadini neo-comunitari (Romania, Bulgaria e Polonia) e il trend che vede un'immigrazione a maggioranza femminile per via dell'inserimento nel mercato di cura alla persona e della casa.
Dal punto di vista della religione, i dati indicano come più della metà degli immigrati abbiano una fede cristiana (53% complessivo), mentre i musulmani si fermano al 32%.
Ha sviluppato un'appassionata analisi del fenomeno migratorio dal punto di vista dell'ordinamento italiano il dottor Domenico Nera che, facendo riferimento al periodo in cui è stata scritta la Costituzione, ha citato l'articolo 117 in cui si parla di immigrazione e all'articolo 2 dove si parla di uomo, inteso come essere umano e non come cittadino, a cui viene richiesto "l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà".
"L'ordinamento poi sviluppa norme sulla base dei mores, delle abitudini. Noi non creiamo di colpo un popolo nuovo, ma siamo figli della nostra storia che è stata di ben determinate identificazioni" ha proseguito il sostituto commissario della Digos, facendo riferimento "al provincialismo" che caratterizza la nostra stessa Italia e la migrazione interna che ha scandito i tempi in passato. "Nei luoghi dove vengono ospitati i richiedenti asilo, vengono date informazioni sull'ordinamento italiano, sulla lingua, ma andrebbero insegnati e comunicati i mores. Se vengono insegnati gli usi e i costumi delle persone, vengono offerte possibilità di aprire canali di dialogo, consentendo quindi ai cittadini di adempiere agli ideali di solidarietà".
Ecco poi l'altra faccia della medaglia, da tenere ben presente quando si parla di migrazione. "Lo Stato ha il dovere di garantire il proprio territorio e le proprie leggi. Il diritto dei mores può prendere atto fino ad un certo punto, perché l'ordinamento deve garantire l'adempimento del dovere di solidarietà". Per quanto riguarda il fattore religioso, secondo Nera, diventa difficile avvicinare determinate situazioni a concetti laici, presenti all'interno del nostro ordinamento.
Al termine dell'incontro con gli esperti, gli studenti dell'istituto hanno proseguito la discussione su workshop in classe guidati dalle insegnanti. Una mattinata davvero formativa per comprendere, sotto diverse sfaccettature, un fenomeno che si deve saper affrontare quotidianamente.
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Articolo di Michela Mauri su CasateOnLine
Relazione con la stampa: Prof.sse Annarosa Besana Rossella Gattinoni