Vincitore del premio Strega 2013, Walter Siti incontra i ragazzi

Inviato da Maurizio Rizzo il Gio, 22/02/2018 - 13:45

Gli studenti e le studentesse delle classi quarte e quinte del liceo linguistico e di scienze umane dell'istituto scolastico Greppi di Monticello hanno partecipato lunedì a un nuovo incontro del "progetto cultura" dal titolo "L'invenzione della realtà". Insieme allo scrittore Walter Siti, hanno affrontato il tema della letteratura, del ruolo e della funzione che ancora oggi può rivestire la scrittura. "Non esiste letteratura senza realtà" è stata la premessa dell'autore che ha voluto aggiungere subito un chiarimento: "la letteratura presenta una certa realtà che non coincide con quella di tutti i giorni". 
Alternando citazioni e riferimenti a alcune delle più importanti opere della letteratura dell''800 e del ‘900 oltre che della classicità, come Aristotele, "Madame Bovary" di Flaubert o "La metamorfosi" di Kafka, il vincitore dell'edizione 2013 del Premio Strega ha spiegato che la letteratura ha a che fare con "l'affettività e le emozioni. A guidarla è la logica emotiva non quella razionale", definendola un'"opera di inganno". Ha quindi evidenziato la differenza tra giornalista, "che racconta quello che è accaduto", e romanziere, "che parla di ciò che sarebbe potuto accadere".
Per fare ciò c'è bisogno che l'autore "organizzi un mondo di parole che sia abbastanza verosimile", intendendo la verosimiglianza come la capacità di "prendere realtà degli elementi, combinarli insieme e dargli un senso". La realtà di tutti i giorni infatti, è "infinita, insensata e informe" mentre la letteratura "costruisce realtà con forma con principio e fine e con un senso o una piramide di significati. Divenendo artificiale, posso imparare molto di me stesso e di ciò che sta intorno". E' questo uno dei motivi per cui, secondo Walter Siti, vale la pena leggere e scrivere. Rivolgendosi agli studenti e alle studentesse, lo scrittore ha anche fornito loro una serie di consigli pratici, chiarendo cosa si faccia a ottenere l'effetto illusionistico. "Bisogna avere uno spirito di osservazione ben sviluppato ma non troppo" ha detto, aggiungendo che lo scrittore deve avere un'attenzione fluttuante, distinguendo tra cosa valga la pena notare e cosa no. Ogni autore "deve avere anche molto pelo sullo stomaco, arrivando anche a sfruttare le persone a cui si vuole bene per costruire certi personaggi": come un vampiro che "succhia la vita dagli altri per realizzare i propri libri". 
A questa visione molto disincantata della letteratura e del mestiere dello scrittore, Walter Siti ha anche evidenziato gli aspetti più positivi e belli della letteratura. Come la capacità "di mettere insieme delle forme che stanno bene insieme, permettendo alla mente umana di apprezzarne le sinuosità" o anche quella di far emergere sulla superficie tutto ciò che è nascosto dalla società o dall'individuo. E' il caso delle "Lettere Persiane" dell'illuminista Montesquieu che decise di esprimere metaforicamente una affilata critica della religiosità tradizionale. L'ultima parte del monologo dello scrittore è stata dedicata all'attualità e al futuro della letteratura. Di certo non scomparirà perché, come ha detto l'autore ai ragazzi, "la letteratura è il grande sogno della umanità e l'umanità ha bisogno di sognare". Rispetto al sapere scientifico, "rappresenta l'altro modo per stare in equilibrio con la realtà", ovvero una sorta di sfogo della parte non razionale della mente dell'uomo. Non a caso l'autore ha ricordato ai ragazzi che "la letteratura moderna, Don Chisciotte, e la scienza, Galileo, sono nate nello stesso periodo". 
Le ultime parole Walter Siti le ha dedicate al realismo, l'unica via per evitare lo stereotipo e per evitare che la letteratura invecchi in fretta: "Il realismo è l'anti abitudine: fa vedere e trovare le cose che nessuno aveva mai notato finora". Neppure la tv riesce a evitare lo stereotipo, visto che tutto ciò viene trasmesso è "televisionato", facendo adattare la realtà al modello e al contenitore televisivo. Ma lo scrittore ha due facce: da una parte può scrivere ciò che vuole, dall'altra "è cittadino e deve prendersi la responsabilità di ciò che scrive".
A.P.