Il dott. Lusenti e l'Aido dialogano con gli studenti sull'importanza del dono

Inviato da Maurizio Rizzo il Sab, 19/11/2016 - 13:10
Lezione di educazione alla salute e di semplice umanità per gli studenti di alcune delle classi quinte dell'Istituto Greppi alla presenza del gruppo AIDO di Casatenovo, Missaglia e Monticello. Venerdì mattina, infatti, in Aula Magna, i ragazzi hanno partecipato all'incontro con il Dott. Lusenti, primario del reparto di neurorianimazione dell'Ospedale di Lecco, e con il Dott. Dell'Oro, assistente del coordinamento dei prelievi. 
 
 
Da sinistra Enrica Motterlini, presidente del gruppo AIDO di Casatenovo-Missaglia-Monticello, e il dott. Lusenti dell'ospedale di Lecco
 
A introdurre il seminario delle 11 è stato il professore di una delle classi che, evidenziando lo scopo informativo del seminario, ha anche ricordato ai ragazzi l'indispensabile impegno di ciascuno di loro nell'affrontare una tematica del genere: "Serve essere persone di cuore. Conoscerne i meccanismi di funzionamento del cuore è necessario ma non sufficiente, ciò che veramente fa la differenza è la capacità di sentirlo muovere quest'organo, diventando sensibili a questa tematica"
 
 Gli studenti del "Greppi", invitati all'incontro nell'aula magna
 
Gli studenti del "Greppi", invitati all'incontro nell'aula magna
 
Dopo un'apertura così emozionale, capace di catturare l'attenzione dei giovani, è toccato al Dott. Lusenti addentrarsi nei dettagli più tecnici dell'argomento, offrendo una panoramica sul quadro legislativo che regola la donazione di organi in Italia: "Nei nostri ospedali l'ultima parola spetta al paziente o ai suoi cari. A livello nazionale, esiste un registro nazionale che conserva le volontà esplicite, di donare o meno gli organi, di ciascuno di noi. In Italia, però, solo un 1 milione e mezzo su circa 60 milioni di persone decide di esprimere chiaramente le sue intenzioni, prima del decesso; nella maggior parte dei casi, invece, bisogna interpretare la volontà dei pazienti, facendo ricorso al parere delle persone più care. Nel caso dei minorenni c'è bisogno del consenso di entrambi i genitori. Mancando quello, non se ne fa nulla. Spesso avviene la spiacevole situazione tale per cui, nel momento appena successivo al trapasso di uno dei cari, i parenti sono costretti a prendere tale decisione e spesso, giustamente, i loro pensieri sono rivolti a ben altro rispetto a quel bene che potrebbero fare, acconsentendo alla donazione." 
 
 
In ogni caso, in Italia, la posizione del donatore è fortemente tutelata, nonostante l'esistenza di una norma a favore del silenzio-assenso, che permetterebbe l'estrazione dal corpo del defunto degli organi funzionanti in tutti i casi ad eccezione di una volontà negativa già espressa. "Anche la legge del silenzio-assenso è stata fatta all'italiana nel senso che rimane inapplicata fino a che non sia abbia la certezza che tutti gli italiani ne siano informati. Ma è veramente realizzabile una tale condizione?" si è chiesto il Dottor Lusenti di fronte ai ragazzi. 
 
 
Al termine del suo intervento, è toccato al Dott. Dell'Oro che ha cercato di fornire le dimensioni del fenomeno in Italia e degli sforzi che ancora servono per raggiungere una condizione efficiente. "9000 sono i pazienti in attesa di un organo, soprattutto di un rene, mentre sono 1 milione e 200000 coloro che hanno dato il consenso preventivo all'espianto. La sopravvivenza in Italia post trapianto è del 96% a circa un anno e mezzo dall'intervento. Nonostante le quasi 3000 donazioni annuali, il tempo medio per ricevere un organo è di circa di 2 anni e mezzo." 
 
 
Nel fornire il profilo del donatore abituale, il Dott. Dell'Oro ha descritto una sua trasformazione negli ultimi anni: "Ora la maggior parte degli organi li riceviamo solitamente da un anziano, morto per emorragia cerebrale o per altri mali imputabili all'età, mentre prima, fino a quindici anni fa, erano soprattutto giovani, defunti in seguito a incidenti stradali". 
Infine, ha accennato alla situazione lecchese dove i due professionisti lavorano, spiegando come "nonostante il bacino di utenza ridotto, la nostra attività di prelievo si colloca al quarto posto nella classifica regionale, a testimonianza dell'impegno dell'AIDO e del nostro reparto." 
 
 
Finito il suo intervento, mentre gli studenti avanzavano qualche domanda, abbiamo parlato con la presidente della sezione AIDO, Enrica Motterlini, che si è detta pienamente soddisfatta per l'incontro che, oltre a portare nuovi iscritti all'interno dell'associazione, "siamo già a quota 26 dopo il primo incontro delle 9", riesce a diffondere anche tra i giovani una sensibilità su questo tema. Prima di salutarci, ha voluto esprimere i suoi ringraziamenti e i suoi saluti "all'Istituto Greppi e al Prof Peruffo, soprattutto, oltre che ai medici che sono presenti oggi".
A.P.