Classi 4^ liceo Scienze Umane e LES pubblicano la loro ricerca: "Essere disabili oggi"

Inviato da Maurizio Rizzo il Lun, 11/06/2018 - 08:47

La dottoressa Patrizia Rizzotti e l'assesore ai servizi sociali di Casatenovo, Fabio Crippa
"Essere persone con disabilità oggi", è il titolo dell'indagine svolta dai ragazzi di alcune classi degli istituti superiori Greppi e Fumagalli di Monticello e Casatenovo, che nella serata di lunedì 4 giugno hanno potuto esporre i risultati delle proprie ricerche sul tema della disabilità. A coordinare e presentare i metodi, la progettazione e la conclusione delle indagini è stata la ricercatrice sociale Patrizia Rizzotti, che ha seguito e accompagnato i ragazzi nelle fasi preliminari della ricerca, apportando un fondamentale contributo a livello professionale che ha permesso di rendere i risultati significativi anche in una prospettiva più concreta di possibile realizzazione di alcune politiche sociali a favore della disabilità.

L'iniziativa, promossa dal comune di Casatenovo con l'ausilio dell'associazione Amici di Villa Farina e della commissione di studio e per l'esame delle politiche nei confronti delle persone disabili, ha preso avvio l'anno passato all'interno delle ore dedicate all'alternanza scuola-lavoro e rivolta a quegli indirizzi di studio, come il liceo delle scienze umane al Greppi, e l'indirizzo socio- sanitario al Fumagalli, che prevedono proprio l'approccio con materie e tematiche sociali e psicologiche che riguardano quindi anche il vasto e complesso mondo della disabilità.

 
In particolare, i ragazzi insieme alla dott.ssa Rizzotti, si sono concentrati sulla percezione della disabilità e sulle impressioni, sui sentimenti e sui pensieri che essa evoca nelle nostre menti quando anche solo pensiamo a un soggetto invalido, partendo proprio da qui per pensare a quali potrebbero essere gli interventi per promuovere una maggiore integrazione di questi individui nella sfera sociale pubblica. Al fine di indagare le modalità di associazione delle idee al tema della disabilità, è stato creato un questionario strutturato e diviso in diverse sezioni che è stato sottoposto da ognuno dei 130 ragazzi coinvolti ad almeno 4 intervistati con cui non avevano contatti, di cui 2 in un'età compresa tra i 18 e 25 anni e altri 2 con un'età superiore.
 

I dirigenti scolastici di Greppi e Fumagalli, prof.Anna Maria Beretta e Alessandro Fumagalli

 
Il vero discriminante e linea guida, però, è stata la distinzione tra intervistati che non avevano rapporti e contatti diretti e quotidiani con il tema della disabilità e coloro che invece erano più vicini a questo tema per motivi famigliari o professionali e che quindi hanno permesso di rilevare alcune differenze nella percezione di questo tema dato proprio dal livello di coinvolgimento personale nella materia. Sono state effettuate complessivamente 412 interviste a persone residenti nel Casatese e Meratese, della provincia di Monza Brianza e del Nord di Milano, offrendo un ampio spettro di opinioni e percezioni che hanno garantito la significatività dei risultati. Prima di esporre i dati raccolti nelle interviste, la parola è stata presa dall'assessore ai servizi sociali e all'istruzione Fabio Crippa, che ha manifestato la soddisfazione, da parte del Comune, per i risultati ottenuti nella ricerca e per la possibilità che è stata data ai ragazzi di creare un contatto concreto con il territorio, sottolineando anche la centralità di queste indagini per le potenziali proposte di interventi nel campo sociale e dell'assistenza. La dott.ssa Rizzotti ha quindi proceduto a presentare i risultati, soffermandosi anche su alcune importanti note tecniche nella fase di preparazione del lavoro.

"Il nostro punto di partenza è stato quello di fare un lavoro preliminare sulla nostra percezione della disabilità, cominciando con il creare delle mappe mentali ad associazione libera per far emergere quante più possibili idee che gravitano attorno a questo mondo, cercando proprio le parole per dirlo. Abbiamo dovuto eliminare in prima persona gli stereotipi e i pregiudizi per cogliere gli aspetti vitali e più umani delle nostre ricerche, che altrimenti avrebbero costituito un semplice resoconto quantitativo delle impressioni diffuse circa la disabilità. Il questionario che ne è emerso esplora le percezioni esistenziali a tutto raggio, ha indagato sulle valutazioni di persone comuni, di operatori, e di familiari di persone con disabilità, toccando argomenti come la capacità di affrontare il tema, la conoscenza del tema, la conoscenza di servizi, leggi e dispositivi, dei servizi, le aree di soddisfazione e di insoddisfazione rispetto alle misure adottate, le aspettative verso la comunità, i servizi pubblici e verso il futuro" ha spiegato la ricercatrice, parlando della progettazione del lavoro.

 
Il primo dato interessante da cogliere, è stata la pari difficoltà che sembra essere percepita sia da chi ha esperienza diretta e da chi invece no, nel momento in cui si cerca di approcciarsi al mondo della disabilità senza scadere nel pessimismo o nella vergogna ma cercando invece di sentirsi solidali con l'altro, a livello più o meno empatico. Entrambi i fronti si sono poi rivelati concordi sull'importanza delle agevolazioni speciali per i soggetti invalidi e sulla possibilità di poter comunque conseguire la felicità anche essendo affetti da disabilità gravi. Per quanto riguarda la discriminazione, invece, le persone che hanno un'esperienza diretta con la tematica sembrano molto più ciniche rispetto all'effettiva e totale inclusione dei soggetti disabili, poiché tuttora questi individui sono oggetto di derisione e scherno, mentre l'altro gruppo di intervistati si dimostra più ottimista e positivo riguardo alle politiche sociali e ai comportamenti diffusi nella società verso l'invalidità.

 
Anche per la rappresentazione mediatica della disabilità i pareri sono discordi tra chi ha più esperienza diretta e valuta non sufficiente la condivisione e la divulgazione delle vicende e delle leggi, e chi invece reputa meno forte questa carenza di messaggi sociali. Una valutazione pressochè simile viene fatta poi nel riconoscimento che gli interventi più significativi a favore dei diritti sono stati compiuti nel mondo del lavoro, e vicine sono anche le alte percentuali di coloro che ritengono che le famiglie di persone disabili sono tuttora lasciate troppo spesso a loro stesse.

 
Oltre alle percezioni, agli intervistati è anche stato chiesto di provare a mettersi nei panni di una persona invalida, provando a interpretare alcune domande che spesso non gli vengono rivolte ma di cui tutti più o meno saremmo curiosi di sapere quale potrebbe essere la risposta; le persone coinvolte direttamente insisterebbero nel chiedere se le persone che si prendono cura del disabile siano considerate competenti, mentre l'altra tipologia di campione si interrogherebbe sul fatto di sentirsi più o meno un peso per le proprie famiglie. Le ipotesi per il prossimo futuro sono sostanzialmente ottimiste nel vedere un miglioramento della condizione del disabile anche se si teme che la cura sarà sempre più appannaggio di soggetti privati a scapito del pubblico e quindi ci sarà meno coinvolgimento del soggetto disabile e della tematica all'interno della società.
 

 
Al termine delle presentazioni infine, i ragazzi che si sono trasformati nel corso dell'anno in ricercatori sociali, hanno voluto esporre le proprie considerazioni e impressioni circa l'esperienza, puntando l'attenzione sul fatto che tutti potremmo essere considerati portatori di una qualche disabilità, poiché ciascuno è carente a diversi livelli in tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana.

 
Quindi, come ci insegnano alcuni famosi esempi come Hawking nella fisica, Alex Zanardi nello sport o Beethoven nella musica, le difficoltà nell'approcciarsi con questo variegato mondo non devono diventare delle limitazioni, e il fatto di cercare delle domande riguardo alla disabilità è un modo per rapportarsi a un ambito che non è così lontano o distante come talvolta potremmo pensare.
Martina Besana