Un viaggio per pochi, un’occasione di memoria per tutti: presentazione della mostra Mauthausen: le immagini di oggi e le parole di ieri

Inviato da Segreteria I.I.... il Mer, 12/04/2023 - 08:57
Camminando per la scuola, vi capiterà, in questi giorni, di imbattervi, all’ingresso, accanto al pianoforte, in un piccolo palchetto con dei libri e, più avanti, lungo il corridoio accanto all’aula professori, in fazzoletti a righe e strani libretti, foto e frasi.
Si tratta di una piccola mostra che abbiamo pensato per condividere un’esperienza per noi molto significativa: il viaggio a Mauthausen, Gusen e Hartheim, luoghi che, durante la Seconda Guerra Mondiale, sono stati la sede di campi di lavoro e sterminio per deportati provenienti da tutta l’Europa, molti dei quali italiani.
Visitarli ci ha consentito di scoprire in una nuova veste, più intima e meno solennemente celebrativa, i famigerati lager nazisti.
Ciò anzitutto perché con noi, sull’autobus, ha viaggiato una donna la cui vita è strettamente legata a quel luogo: Floriana Maris, figlia di Gianfranco, deportato a Mauthausen e già presidente dell’ANED, l’Associazione Nazionale Ex Deportati. Le sue parole e i suoi ricordi hanno conferito alla nostra esperienza un significato profondo e ai fazzoletti che ci sono stati donati (gli stessi che fanno da sfondo alla nostra mostra) un valore più autentico: sono infatti il simbolo di un’organizzazione che, nata spontaneamente nell’immediato Dopoguerra per raccogliere le storie dei pochi sopravvissuti ai campi, continua ancora oggi a custodire le loro testimonianze con l’obiettivo di farne preziosa eredità, al di là di qualsiasi appartenenza politica o etnica.
Un altro elemento ha contribuito a rendere il viaggio un percorso di crescita personale: ciascun partecipante è stato invitato a tenere un diario per conservare traccia delle reazioni, delle domande, delle risposte, delle emozioni che il percorso di visita via via suscitava in lui. Alcuni di questi diari sono appesi nel corridoio.
Entrare in dialogo con luoghi come Mauthausen, Gusen e Hartheim non è comunque stata un’impresa semplice: oggi, come tutti gli altri luoghi di memoria più famosi, anch’essi non sono altro che spazi tragicamente vuoti e freddi; nella piazza dell’appello, nelle baracche, nel crematorio abbiamo visto solo visitatori silenziosi, fiori, lapidi, nomi, fotografie, laconiche parole in memoria e qualche guida che sussurrava informazioni in un microfono.
È toccato a noi visitatori il doloroso compito di riempirli.
La mostra che abbiamo allestito è un tentativo di rimettere in contatto quel presente fatto di cemento e di pietra, che abbiamo immortalato nelle nostre foto, con il passato, con le parole vive e umanissime di quei pochi sopravvissuti, che, come Gianfranco Maris, con la loro carne e il loro sangue, hanno percorso quelle stesse vie, compiuto i nostri stessi passi, sentito sulla loro pelle quello stesso freddo e quello stesso vento.
Si tratta di uomini molto diversi fra loro – un operaio, un pittore, un poeta, due sacerdoti, un architetto, uno storico… – ma le loro parole, a differenza delle nostre, sono le uniche che ancora oggi restano autentiche e vive, le sole – crediamo – in grado di fare da cornice alle immagini che abbiamo raccolto.
Vi invitiamo a interrompere il vostro tragitto quotidiano, a “inciampare” nelle immagini esposte e nelle frasi che le accompagnano, dedicando qualche minuto della vostra giornata scolastica a “fare memoria”.
Vorremmo provare, con questa mostra, che il piano nazista, quello di eliminare, attraverso il lavoro, migliaia di Stϋcke, è fallito, che quei “pezzi”, per molti studenti e docenti dell’istituto, continuano a essere uomini e donne e che la loro eliminazione è stata in realtà un sacrificio, un atto, cioè, che li ha resi ai nostri occhi sacri.
 
Prof.ssa Paola Fumagalli
Prof.ssa Francesca Villa
Arianna Aili 5^EA
Vittoria Berardi 5^LB
Valentina Biffi 5^SB
Nicola Conca 5^ SC
Maia Corneo 5^EA
Maddalena Gatti 5^EA
Francesca Manzi 5^SB
Lara Marino 5^LB
Alberto Mascio 5^SC
Gabriele Parravicini 5^IA
Giulia Pomposelli 5^LA
Francesca Scuto 5^SB